

Fermo.
Immagina
Fermo. Immagina; a Fabio non serve altro. Nullafacente e immaginatore sopraffino, ha dato un blocco alla sua vita e passa le giornate a immaginarsi cosa potrebbe succedere se accadessero delle cose. Ed è per questo che simula un nuovo lavoro: biografo alla Ginepride. “Ma sei proprio sicuro?” Gli chiede la moglie. Fabio inizia così a scrivere la storia dell’importante casa di moda raccontata attraverso la vita dei suoi dipendenti. Ogni giorno, dal suo tavolino del bar, inventa storie e vite e il pensiero di Beatrice lo accompagna in questa vita immaginata che sta diventando fin troppo reale.

Vero è Falso.
Giulia e la sua vita da bancaria proprio non si sopportano più. Ma chi se ne frega? L’importante è limitare i motivi di infelicità e tutto andrà bene. Ma poi succedono tre fatti: a Genova vengono messi i sigilli ai quadri di Modigliani; la sua coinquilina organizza una cena; il panettiere stacca un assegno. Le conseguenze di quanto accaduto fanno esplodere la Rabbia e, si sa, la Rabbia non lascia scampo. Giulia si inventa un’alternativa a quello che è diventata e falsificare quadri diventa il mezzo per capire la Vita, la Felicità, l’Amore, la Perdita e il Tempo. Se la vita non ti dà quello che ti serve, ti toccherà falsificare quello di qualcun altro.
